Parrocchia Marzocca

S. ANTONIO DI PADOVA

Titolare della Chiesa e Patrono

È S. Antonio di Padova il Titolare della Chiesa Parrocchiale. La sua festa cade il 13 giugno. Il Santo è anche il Patrono della Parrocchia. Come Compatrono viene venerato S. Alfonso Maria de’ Liguori (1 Agosto).

Storia

Prima del 1919 a Marzocca non esiste ancora una Chiesa vera e propria, ma solo una cappella costruita in onore di S. Antonio di Padova. Nel 1923 vengono gettate le fondamenta per la costruzione di un edificio sacro che viene inaugurato nel 1930. Nel 1957 il Vescovo di Senigallia decide di istituire una Parrocchia a Marzocca, ma la Chiesa – rimasta gravemente danneggiata dal terremoto del 1972 – viene eretta di nuovo dalle fondamenta e consacrata nel 1979.

Descrizione artistico-religiosa

La venerazione dei Santi è immediatamente visibile nella Chiesa Parrocchiale di Marzocca, dove in un bassorilievo del 2004 (collocato sopra il portone d’ingresso e intitolato Marzocca onora S. Antonio e S. Alfonso) vengono ritratti i due Santi protettori. La struttura della Chiesa è moderna, tesa a sottolineare la centralità dell’altare nella Liturgia e per l’assemblea. All’interno dell’edificio i graffiti, che rappresentano la Passione di Cristo (opera del 1980 della scultrice Giovanna Fiorenzi) contribuiscono a rendere più prezioso il tempio. In ogni raffigurazione l’angolatura delle persone, il gesto delle mani e l’espressione del volto esprimono la personalità e l’anima dei soggetti ritratti. Nella Cappella del Santissimo si trovano l’Ultima Cena e l’Orazione di Gesù nel Getsemani (1982), e intorno al Tabernacolo sono raffigurati i discepoli di Emmaus, mentre sulla parete adiacente ammiriamo l’Icona della Madre del Perpetuo soccorso. Le 72 vetrate che circondano la base della volta (realizzate nel 1995) sono degne di nota per il loro carattere simbolico con il quale scandiscono l’Anno Liturgico.

Gli affreschi del Centro Aletti

Nel 2019, in occasione del quarantesimo anniversario della dedicazione della Chiesa,  sono stati realizzati dagli artisti del Centro Aletti guidati da Padre Marko Rupnik gli affreschi della grande lunetta realizzata nella parte della cupola sopra l’altare, delle tre partizioni retrostanti l’altare e della parete del fonte battesimale.
Si tratta di un’opera splendida per le nostre comunità che con i suoi colori e la sua luce ha riempito la nostra Chiesa parrocchiale della forza dello Spirito.

Di seguito una descrizione iconografica degli affreschi a cura del parroco Don Andrea Franceschini

LA LUNETTA: LA GERUSALEMME CELESTE

La visione di s. Giovanni ai cap. 4 e 5 del Libro dell’Apocalisse sono l’ispirazione per questa grande lunetta che si apre all’altezza dell’inizio della volta dell’edificio: al centro ecco l’Antico dei giorni, il Signore del tempo e della storia, il Misericordioso, che è seduto sul trono della sua gloria: il volto è simile a quello di suo figlio Gesù, ma l’aureola con il rombo ci ricorda che è il Padre del cielo. Sul suo stesso trono sta ritto in piedi un agnello, quell’Agnello immolato che prende su di se il nostro peccato, il peccato del mondo, per toglierci ogni paura ed ogni vergogna: Dio Padre ci attende ed ha cura di noi, sempre e comunque. Lì, dove la copertura della chiesa si fa grembo inarcato di vita, vediamo Dio che governa ogni cosa con la mitezza dell’Agnello, mentre le quattro potenze di vita – i quattro esseri viventi – spandono nell’universo la regalità e la sapienza di Dio. Le ali rosse coperte di occhi dentro e fuori, come segno di sapienza e di cura continua per tutto ciò che vive, sono il segno di questa potenza grandiosa ed umile: sono l’aquila, il leone, il bue e l’angelo, che poi la tradizione ha appropriato ai quattro evangelisti. Sotto ecco invece i sette candelabri, che rappresentano il Santo Spirito che riempie l’universo e la Chiesa intera. Intorno vediamo emergere, dalla luce che tutto pervade, i volti di sei santi, dietro all’immagine classica orante della Vergine Maria e di s. Giovanni Battista: s. Maria Goretti, la santa della nostra terra, dal perdono più forte della violenza; s. Filippo Neri, santo dell’allegria, padre nello spirito, geniale inventore degli oratori; s. Antonio di Padova, il nostro santo, difensore dei poveri, grande predicatore, prediletto discepolo di s. Francesco d’Assisi; s. Macrina, santa dell’oriente cristiano, sorella e figlia di santi, che porta con il desiderio di una chiesa che si ritrovi tutta unita; s. Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa, prima donna dottore della Chiesa, donna appassionata colma dell’amore folle di Cristo; il beato Pier Giorgio Frassati, giovane santo dei nostri tempi, testimone del fascino perenne del Vangelo e di una vita realmente cristiana.
Tutt’intorno tante case, alcune vuote che ci attendono, altre abitate. Le riconosciamo perché quelle già occupate hanno le finestre luminose. Il colore oro che riluce da queste finestre, anche quando in chiesa le luci sono quasi spente, ci dice che quella luminosità non viene dalla luce del Sole né da quella della lampada, ma da Dio stesso: l’oro è il colore dell’eternità. Dunque dentro quelle case finalmente si vivono relazioni piene, riuscite, amori, amicizie e incontri tutti trasfigurati dalla grazia di Dio. Non c’è più bisogno della luce del mondo perché l’Amore finalmente illumina ogni cosa. la
la visione dell’Apocalisse dell’Antico dei giorni, cioè il Padre, che tiene in braccio, in trono con sé, l’agnello in piedi come immolato. Nel trono ci sono i quattro essere viventi (simboli anche degli evangelisti) e intorno i santi che risorgono dalla terra all’interno delle mura della Gerusalemme celeste.
L’idea di fondo chiaramente è l’orientamento di tutta la liturgia al Padre che avviene attraverso la ripresentazione del sacrificio della croce, ma rivissuto già nella gloria della risurrezione. In ogni eucarestia è come se si mettesse già un piede nella Gerusalemme celeste.

IL PANNELLO CENTRALE: CRISTO IN ABITI SACERDOTALI

L’immagine nella parete dietro l’altera rappresenta il Signore Gesù in croce, con di fianco la Vergine Maria e san Giovanni evangelista. Gesù è in abiti sacerdotali, con un volto sereno; il dramma della croce è stato superato, ora tutto l’amore che esce dal suo fianco trafitto ci parla solo di tenerezza, di guarigione, di vita. Cristo sta già risorgendo mentre un fiume di grazia si sprigiona dall’offerta della sua vita donata per tutti noi. Maria ci guarda, dolcissima e stupita, e pone una mano sotto la ferita del costato per invitarci ad abbeverarci a quella sorgente. Giovanni col libro sacro in mano si fa testimone per sempre della verità di quello che è accaduto.

 

 

IL PANNELLO DI SINISTRA: GIOACCHINO ED ANNA

Nel riquadro a sinistra troviamo i santi Gioacchino ed Anna, i genitori di Maria, che danzano lievi in un abbraccio che porta in se tutta la forza e la delicatezza dell’amore coniugale. Anche questo amore, così antico e così nuovo, trae la sua perenne novità proprio dalla stessa croce di Cristo, talamo nuziale dell’incontro tra l’uomo ed il suo Dio.

IL PANNELLO DI DESTRA: IL SOGNO DI GIUSEPPE

Al lato destro è raffigurato invece s. Giuseppe, l’uomo giusto che ha preferito credere ad un sogno piuttosto che alla cattiveria e alla malizia degli uomini. Un angelo nella notte spezza in lui ogni incubo, vince ogni paura, e gli indica la strada di una vita spesa a custodire i due tesori: la sua giovane promessa sposa e il germoglio di vita appena nato del suo grembo. Saper ascoltare nel cuore la voce di Dio è infatti l’inizio di ogni vero cammino di fede

DIETRO IL BATTISTERO: CRISTO SALVATORE

Nel Battistero, Cristo che discende agli inferi, e bloccando con la croce la bocca della morte, il mostro che tutto divora, afferra Adamo ed Eva – simbolo di tutta l’umanità – e li tira fuori per portarli con sé verso la casa del Padre. È un Cristo trafitto, con i segni della Passione, ma potente, reso Signore di ogni cosa dal suo aver amato sino alla fine: questa vita nuova capace di vincere la morte è offerta anche a noi, come nutrimento, in ogni messa domenicale