Il Vescovo di Senigallia
Carissimi,
come Vescovo di Senigallia, in questo difficile momento, confidando nella Parola di Dio «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12) assicuro tutti che, nella Celebrazione eucaristica quotidiana e nella Liturgia delle ore, io stesso e i presbiteri della Diocesi ricordiamo tutte le persone malate, tutti coloro che in qualsiasi modo e maniera si adoperano per la loro guarigione. In maniera particolare preghiamo per i defunti, specialmente per coloro che, morti in solitudine, privati anche degli affetti familiari, non hanno potuto avere le esequie. La stessa preghiera e ricordo al Signore è assicurata per i familiari e per tutti coloro che soffrono per questa situazione.
Continuando l’impegno concreto della diocesi, tramite la Caritas, nello stare accanto ai più poveri e la disponibilità nel sostegno alle strutture sanitarie del territorio, al fine di aiutare a vivere spiritualmente al meglio il drammatico momento presente, in base al decreto e alla nota della Penitenzieria Apostolica del 19 marzo 2020, in unione con Papa Francesco, ricordo, concedo e suggerisco quanto segue:
- Concedo l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, ai loro familiari e agli operatori sanitari, secondo le modalità e le condizioni specificate in nota. L’indulgenza plenaria è un dono di grazia che, con l’intercessione della Vergine Maria, dei santi e della comunità cristiana intera, porta il dono della misericordia divina nel cuore del credente desideroso di riceverla. E’ particolarmente significativa in questo momento in cui i fedeli non possono riceverla attraverso i sacramenti dell’Eucaristia, del Perdono e dell’Unzione degli Infermi.
- Invito i familiari, in forza del loro Battesimo, a benedire i propri genitori e nonni, gravemente malati nelle loro case, donando ad essi il conforto della fede.
- Inoltre esorto e chiedo cordialmente, senza imporre nulla e nella libertà di ognuno, anche a voi medici, infermieri, volontari e al personale ospedaliero, negli ospedali e nelle strutture di cura, nelle case di riposo, di farvi portatori, in nome della Chiesa, di un segno, di una benedizione, di una piccola preghiera verso tutte le persone che lo chiedono o che semplicemente si intuisce che possano desiderarlo.
- La Chiesa diocesana continua a rendersi vicina ai malati anche attraverso l’opera e la missione dei suoi sacerdoti, i quali non potendo essere vicini fisicamente per dare il conforto dei sacramenti, sono però sempre disponibili telefonicamente, sia per i pazienti che per i familiari e gli operatori sanitari che lo desiderassero.
Colgo l’occasione per ringraziare dal più profondo del cuore i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che in questo momento difficile si prodigano per il bene altrui, come il buon samaritano di cui Gesù ci propone l’esempio. Dio ve ne renda merito e vi benedica.
Senigallia, domenica 29 marzo 2020
+ Franco Manenti, Vescovo
Secondo opportunità e necessità, i pazienti e i loro familiari possono ricevere il recapito telefonico dei cappellani ospedalieri: Stefanini Don Giordano: tel. 339 1032113; Giuliani Don Giancarlo: tel. 339 4931972
Note esplicative a proposito dell’Indulgenza Plenaria
- Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali, nelle strutture di cura, nelle case di riposo o nelle proprie abitazioni se, con il desiderio di vivere il Vangelo e l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla preghiera della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o anche pregando con il Credo, il Padre Nostro e una invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di vivere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.
- Gli operatori sanitari, i familiari e quanti, sull’esempio del Buon Samaritano, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus secondo le parole di Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), potranno vivere il dono dell’Indulgenza plenaria con le stesse indicazioni.
- Si concede con le stesse modalità l’Indulgenza plenaria in occasione dell’attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che offrano la lettura della Parola di Dio o la recita del Santo Rosario, o la preghiera della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per chiedere a Dio la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti hanno concluso il loro cammino terreno.
La Chiesa prega per chi si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi e della Comunione in punto di morte, affidando alla Misericordia di Dio tutti e ciascuno in forza della comunione dei Santi. Concede al fedele che la desidera con animo accogliente l’Indulgenza plenaria in punto di morte, (in questo caso la Chiesa supplisce alle condizioni richieste).
Nel caso in cui i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) che deriva dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa e accompagnata dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono di tutti i peccati.