V Domenica Tempo di Quaresima – Anno A – Unità pastorale “Emmaus”, 29 marzo 2020

La Parola di Dio edifica la comunità

« Se crederai, vedrai la gloria di Dio »

  1. Fermarsi alla presenza di Dio (Statio)

Antifona iniziale (intro): Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio, perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

Orazione iniziale: Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

1. Lettura del Vangelo (lectio)


Lode e onore a te, Signore Gesù! Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chi crede in me non morirà in eterno (Gv 11,25.26) Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dal Vangelo secondo Giovanni (11, 3-7.17.20-27.33b-45)

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

2. Meditazione sul brano (meditatio)


In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato»: l’esperienza della malattia è una delle più dure per tutti noi, e non solo la nostra, ma anche quella delle persone care, quando ci sembra che non possiamo far niente. Ora Cristo, anzitutto come uomo, che vuole bene ai suoi amici, è chiamato a questa prova. Nel nostro itinerario quaresimale segnato da questa brutta epidemia, è un vangelo che ci tocca particolarmente.

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato»: ancora una volta, come col cieco nato, Cristo ribalta la prospettiva, ed è certo che anche questo male, questo dolore potrò avere un esiti di bene. La linea sottile e decisiva tra la disperazione e la speranza.

La fede non mi stupisce

Non è stupefacente

Risplendo talmente nella mia creazione.

Nel sole e nella luna e nelle stelle.

In tutte le mie creature…

La carità va da sé. Per amare il prossimo c’è solo da lasciarsi andare. Per non amare il prossimo bisognerebbe farsi violenza, tormentarsi, contrariarsi. Irrigidirsi. Farsi male. La carità è tutta naturale, tutta zampillante. E’ il primo movimento del cuore.

Per non amare il prossimo, bambina, bisognerebbe tapparsi gli occhi e gli orecchi.

A tante grida di desolazione…

Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce.

Me stesso.

Questo è stupefacente.

Che quei poveri figli vedano come vanno le cose e che credano

che andrà meglio domattina.

Che vedano come vanno le cose oggi e che credano che andrà

meglio domattina.

Questo è stupefacente ed è proprio la più grande meraviglia

della nostra grazia.

E io stesso ne sono stupito.

E bisogna che la mia grazia sia in effetti di una forza incredibile.

E che sgorghi da una fonte e come un fiume inesauribile.

Perché le mie tre virtù, dice Dio,

sono esse stesse come le mie altre creature. Della razza degli uomini.

La Fede è una Sposa fedele.

La Carità è una Madre.

La Speranza è una bambina da nulla.

Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso.

Che gioca ancora con babbo Gennaio.

Eppure è questa bambina che traverserà i mondi.

Questa bambina da nulla.

E’ lei, quella piccina, che trascina tutto.

Perché la Fede non vede che quello che è.

E lei vede quello che sarà.

La Carità non ama che quello che è.

E lei, lei ama quello che sarà.

Dio ci ha fatto speranza.

Charles Péguy

Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!»: Anche Gesù rimane bloccato, non può andare subito.. lo cercavano per ucciderlo e lui lo sa, lo sanno gli apostoli. Ma c’è un tempo per stare fermi ed un tempo per partire, e chi ascolta la realtà ed il proprio cuore sa discernere la volontà di Dio nel difficile compito di ogni giorno.

Dal libro del Qoelet

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.

2C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
3Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
7Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
9Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro: la credenza antica pensava che l’anima stesse ancora per tre giorni nel corpo, e che dunque in qualche caso eccezionale si potesse ancora tornare in vita. In questa caso la morte è certa e sembra vittoriosa.

Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa: le due sorelle che già il Vangelo di Luca ci ha fatto conoscere tornano qui con i loro due caratteri forti e complementari, ognuno sfidato da questo evento drammatico: la pratica e attiva, e la calma e contemplativa.

Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà»: se tu fossi stato qui.. wish you were here.. sappiamo bene come la vicinanza fisica, reale, cambi tutta la percezione della vita. Il dono della fede, la consolazione di Dio che raggiunge i cuori, la vicinanza della Vergine Maria (.. adesso e nell’ora della nostra morte…) e del Signore Gesù: non sarà certamente fermata da un virus!

Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo»: ai funerali, anche alle benedizioni funebri di questi giorni, non sono mancate. Ecco il grande peccato: non credere alle energie della Risurrezione, quelle di ogni giorno e quelle dell’ultimo giorno. In fondo il cristiano è uno che si allena ogni giorno ad imparare a risorgere, da ogni caduta, da ogni fallimento, da ogni paura, da ogni dolore..

Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!»: com’è bella questa commozione di Gesù, gli si muovono le viscere come una madre. Sono le viscere di compassione del Padre che si rivelano nella sua umanità è la madre terra redenta che ci partorisce per l’eternità.

Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!»: La beata Giuliano di Norwich, quella del “tutto sarà bene, tutto andrà bene..” parlava do Gesù come una compassionevole madre, consapevole che Dio ci è padre e madre.

Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?»: la fede messa alla prova e scambiata per una magia. A Cristo questo ultimo e gande segno costerà la vita.. non una magia, ma un volontario assumere il nostro peccato e la nostra morte su di sé.

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!»: Gesù ancora soffre di fronte non solo alla morte dell’amico, ma come dice il testo tagliato “..Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente ..”. Il Signore è con noi, con tuto se stesso, non ci ama da lontano, ma i noi: Gesù è sulla croce fino alla fine del mondo.

Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra: la fede chiede sempre un gesto. Questo togliere la pietra è un comportamento stupido e scandaloso, fatto solo per fede. Qui, ora, Gesù può compiere questo segno con noi.

Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»: è un ordine, di colui che comanda al cielo ed al mare. Im una stupenda lettura di Pasqua Cristo comanda ad Adamo “vieni fuori!”. Tutta la potenza di Dio spalanca gli inferi e la sua parola ascoltata e creduta cambia e trasforma tutto in vita ed in grazia.

Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare»: è ancora un tornare dai morti che ne annuncio uno più sconvolgente, dove non ci sarà bisogno di sciogliere da nessun vincolo, perché l’amore libero e liberato sarà più forte..

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui: vanno alla compassione e alla fede di Maria e trovano Cristo.. un itinerario bello che potrebbe splendere anche nel nostro dolore di questi giorni.

3. Oratio (colloquio personale con Dio, in cui chiedo, ringrazio ecc.)

Rit.: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

4. Contemplatio (nel silenzio adoro, e sto cuore a cuore con lui che mi ama e mi guarda):

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Vero uomo come noi, egli pianse l’amico Lazzaro;
Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro;
oggi estende a tutta l’umanità la sua misericordia,
e con i suoi sacramenti
ci fa passare dalla morte alla vita.
Per mezzo di lui ti adorano
le schiere degli angeli e dei santi
e contemplano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, Signore,
che si uniscano le nostre voci
nell’inno di lode: Santo…

5. Actio (prendo delle scelte per fare memoria di questa parola di salvezza nella mia vita):

  • La sfida della fragilità e della morte sono una sfida fortissima. Qui capiamo la centralità della speranza, come luce, forza e consolazione: siamo in cammino in questa direzione?
  • Forse mai come in questo tempo ci rendiamo conto della preziosità dell’Eucarestia, come pane di fraternità, come pane del cammino, pane della vita eterna. Approfittiamo di questo tempo per un desiderio più vero ed una comprensione più profonda di questo dono essenziale che ci ha fatto il Signore con la sua morte e Risurrezione?

Padre nostro …

Orazione conclusiva:

Signore Gesù Cristo, medico della nostra vita,
tu hai incontrato nel corso della tua esistenza donne e uomini ammalati nel corpo e nello spirito. Li hai curati, li hai consolati, e li hai anche guariti,
e sempre li hai liberati dalla paura, dall’angoscia
e dalla mancanza di speranza.
Ai tuoi discepoli hai chiesto di curare i malati,
di consolare quelli che soffrono,
di portare speranza
dove c’è sconforto.
Ti preghiamo, Signore:
benedici, aiuta e ispira
tutti noi e quanti sono accanto a chi è malato. Donaci la forza, rinsalda la fede,
ravviva la speranza, e accresci la carità.
E così saremo in comunione profonda con chi soffre e in comunione d’amore con te, Signore,
medico della nostra vita. Donaci di credere alla tua Risurrezione Signore, così impareremo anche noi a sperare e ad a rialzarci ogni giorno.

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