Terza domenica d’Avvento
La Parola di Dio edifica la comunità
«Per dare testimonianza alla luce»
0. Fermarsi alla presenza di Dio
Antifona: Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto:
rallegratevi. Il Signore è vicino! (Fil 4,4.5)
Preghiera iniziale (Colletta)
Guarda, o Padre, il tuo popolo, che attende con fede il Natale del Signore,
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza
il grande mistero della salvezza.
Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen
Canto al Vangelo: Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. (Is 61,1) Alleluia.
1. Lettura del Vangelo
+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore
2. Meditazione
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni: Ja(hvè) hanan, significa Dio fa grazia..
“Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Giovanni è un uomo gioioso o un uomo triste? Gioioso è che è soddisfatto o chi cerca ancora?” (Seconda lettura)
Malachia 3,1-6: Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. 2Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. 3Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. 4Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. 5Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro gli spergiuri, contro chi froda il salario all’operaio, contro gli oppressori della vedova e dell’orfano e contro chi fa torto al forestiero. Costoro non mi temono, dice il Signore degli eserciti.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
“Non sapendo quando l’alba arriverà, tengo aperta ogni porta” Emily Dickinson.
Il Battista è una porta aperta… è un desiderio che non vuole fermarsi a niente di meno di Dio.
Testimonianza è martyria, cioè è una vita intera che parla di qualcun altro. “Io.. io..”. Avere il culto della verità è avere il culto dell’ulteriorità, dell’alterità. Cosa significa “dire la verità”? Testimoniare la verità?
Es 26,33: Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell’interno oltre il velo, introdurrai l’arca della Testimonianza. Il velo costituirà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei Santi.
Es 20,16: Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo
«Colui che pretende di “dire la verità” dappertutto, in ogni momento e a chiunque, è un cinico che esibisce soltanto un morto simulacro della verità. Circondandosi dell’aureola di fanatico della verità che non può aver riguardi per le debolezze umane, costui distrugge la verità vivente tra gli uomini. Egli offende il pudore, profana il mistero, viola la fiducia, tradisce la comunità in cui vive, e sorride con arroganza sulle rovine che ha causato e sulla debolezza umana che “non sopporta la verità”. Egli dice che la verità è distruttiva ed esige delle vittime, e si sente come un dio al di sopra delle deboli creature ma non sa di essere al servizio di Satana.» (D. Bonhoeffer).
1Pt 1,22: Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri.
Dalla “Fratelli tutti” di Papa Francesco
Tale viaggio, in quel momento storico segnato dalle crociate, dimostrava ancora di più la grandezza dell’amore che voleva vivere, desideroso di abbracciare tutti. La fedeltà al suo Signore era proporzionale al suo amore per i fratelli e le sorelle. Senza ignorare le difficoltà e i pericoli, San Francesco andò a incontrare il Sultano col medesimo atteggiamento che esigeva dai suoi discepoli: che, senza negare la propria identità, trovandosi «tra i saraceni o altri infedeli […], non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio». […]
Egli non faceva la guerra dialettica imponendo dottrine, ma comunicava l’amore di Dio. Aveva compreso che «Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1 Gv 4,16). In questo modo è stato un padre fecondo che ha suscitato il sogno di una società fraterna, perché «solo l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sé stesse, si fa realmente padre»
Ef 5,21: Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Gv 12, 44-46: Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
L’uomo infatti con le sue sole forze non può vedere Dio. Ma se Dio lo vuole, nell’abisso della sua volontà, si lascia vedere da chi vuole, quando vuole e come vuole. Si rese un tempo accessibile in visione profetica per mezzo del suo Spirito, si lascia vedere ora mediante il suo Figlio. Sarà visto, infine, nel regno dei cieli nella pienezza della sua paternità. Il Padre dona l’incorruttibilità e la vita eterna che derivano dalla visione di Dio per coloro che lo vedono. Come coloro che vedono la luce sono nella luce, e partecipano al suo splendore e ne colgono la chiarezza, così coloro che vedono Dio, sono in Dio e ricevono il suo splendore. Lo splendore di Dio dona la vita: la ricevono coloro che vedono Dio. S. Ireneo. Dottore della Chiesa.
1 Gv 2, 7-11: Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. 8Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. 9Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. 11Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
Sal 107,14 Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte e spezzò le loro catene
Gen 1,3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
2Cor 4,6 E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
«Come leggiamo pure nel vangelo ebraico, il Signore disse ai discepoli: “Non siate mai lieti, se non quando guardate con amore il vostro fratello”» (s. Girolamo, Dottore della Chiesa IV secolo, detto apocrifo di Gesù)
Col 1,13 È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati
Dalle tenebre nel suo regno di luce infinita.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: “è” non “fu” perché sempre questa è la dinamica e la logica di ogni testimonianza. Sono esperti di riti e di formalità quelli che vengono, che cercano di capire dai segni e dai simboli se lui si propone come l’atteso ed il desiderato. Giovanni è il “desiderante” non il desiderato! Allora si capisce il suo deserto, il suo grido.. : “Sono abitata da un grido/ di notte esce svolazzando/ in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare” S. Plath
«Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo»: Anzitutto Giovanni si definisce nel suo limite. Sono un limitato che dunque attende, attende un altro. In questo tempo di narcisismo individualista dove uno si realizza limitando gli altri e cercando di sconfinare con la propria personalità debordante, ecco che il Battista si propone con grandissima umiltà. “Non guardate a me sembra ripetere, ma guardate dove io indico”. Come il dito e la luna del saggio..
Gv 3,26-30: Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: «Non sono io il Cristo», ma: «Sono stato mandato avanti a lui». 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. 30Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse:
Una fissazione col passato col grande uomo conosciuto ed atteso … facilmente riconoscibile. Uno sposo non è come il tuo sogno del principe azzurro, il figlio non è la concretizzazione dei tuoi sogni repressi o il bastone della tua vecchiaia, il parroco non è come il sacerdote della tua gioventù ecc. ecc.
Malachia 3,23-24: Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: 24egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio
Mc 9,13: Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
«Sei tu il profeta?». «No», rispose: si torna ancora più indietro al grande profeta, al passato. L’ossessione col proprio passato, invece che riconoscere il futuro
Deuteronomio 18,15-19: Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. 16Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: «Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia». 17Il Signore mi rispose: «Quello che hanno detto, va bene. 18Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. 19Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.
Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa»: Il Battista ora sa chi è: lui è la voce di colui che è la Parola. Non guardate alla sua vita ma al suo desiderio di incontrare e di attendere. Come rinvigorire il desiderio e renderlo giovane? Come non sprecare i desideri dei nostri ragazzi e dei nostri giovani?
“Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie” (Seconda Lettura). Il Battista cita Isaia, come abbiamo visto domenica scorsa. Una via che va ed una che viene: aiutare, accompagnare, preparare gli appuntamenti, ma insieme puntare gli occhi ed il desiderio per indicare con la vita oltre i nostri cinismi e le nostre stanchezze. Il rischio dei progetti educativi puntati al successo ed alla autorealizzazione.
Perché possiamo dare una risposta: a loro non interessa, non hanno occhi per “l’altro” ma solo per i propri interessi terra terra … una specie di “mi manda Picone”: attento a come rispondi che ti incastro! Quanto vengono di fronte alla Parola non per pregare ma per avere ragione
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?»: Sembrano quadi deriderlo, dicendo: Se “non sei nessuno” perché ti occupi delle cose di Dio? Fai come noi: non ne capisci nulla, obbedisci e basta! Il Messia, Elia, il profeta come Mosè si incontreranno sul monte, simbolo della preghiera.
Lc 9,33 Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva.
Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando: Il Battista è una persona bene centrata nella sua missione perché è eccentrica, al servizio di Dio. Questa la lezione dell’ecclesialità, di un progetto più grande del mio …
Rut 4,5-8: E Booz proseguì: «Quando acquisterai il campo da Noemi, tu dovrai acquistare anche Rut, la moabita, moglie del defunto, per mantenere il nome del defunto sulla sua eredità». 6Allora colui che aveva il diritto di riscatto rispose: «Non posso esercitare il diritto di riscatto, altrimenti danneggerei la mia stessa eredità. Subentra tu nel mio diritto. Io non posso davvero esercitare questo diritto di riscatto». 7Anticamente in Israele vigeva quest’usanza in relazione al diritto di riscatto o alla permuta: per convalidare un atto, uno si toglieva il sandalo e lo dava all’altro. Questa era la forma di autenticazione in Israele. 8Allora colui che aveva il diritto di riscatto rispose a Booz: «Acquìstatelo tu». E si tolse il sandalo.
Un altro sposo vuol dire anzitutto un altro amore che abiti i nostri amori, come in questa splendida poesia/preghiera di Donata Doni:
Un altro amore
Le creature sono Tue
e noi l’ignoriamo.
Sono luci nell’arco
del Tuo volere,
parole della Tua legge,
soffio del Tuo amore.
Le creature sono Tue
e la nostra brama ci spinge
a possederle, a devastarle.
Abbi pietà dei nostri occhi
che le guardano,
della nostra carne
che le desidera,
del nostro orgoglio
che le seduce.
Insegnaci un altro amore.
Donata Doni
2b. “Scrutatio” con altri passi della Bibbia
Dal libro del profeta Isaìa
Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.
La luce come gioia e splendore del volto, del vestito: in Apocalisse 12 il segno della vittoria è la “Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di 12 stelle”.
Il volto di Mosè che era luminoso dopo aver parlato con Dio.
Es 34,35 Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.
2Cor 3,7 Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto
3. Preghiera
Imploriamo, o Signore, la tua misericordia:
la forza divina di questo sacramento
ci purifichi dal peccato
e ci prepari alle feste ormai vicine.
Per Cristo nostro Signore.
Rit.: La mia anima esulta nel mio Dio.
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.
4. Silenzio contemplativo
Prefazio dell’Avvento II
Le due attese di Cristo
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Egli fu annunciato da tutti i profeti,
la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo
con ineffabile amore,
Giovanni proclamò la sua venuta
e lo indicò presente nel mondo.
Lo stesso Signore,
che ci invita a preparare con gioia il suo Natale,
ci trovi vigilanti nella preghiera,
esultanti nella lode.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo…
5. Fare memoria nell’azione
Orazione conclusiva
O Dio, che chiami gli umili e i poveri a entrare nel tuo regno di pace, fa’ germogliare tra noi la tua giustizia, perché viviamo nella gioia l’attesa del Salvatore che viene.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Appendice
Scrutatio: Una volta aver messo a fuoco ciò che vuole dire il testo, occorre approfondirlo tramite un metodo che chiamiamo “scrutatio”, cioè l’interpretazione della Scrittura tramite altri passi della Scrittura. In concreto:
- Focalizzare il versetto del brano che ci interessa, che ha attirato la nostra curiosità o ha toccato il nostro cuore.
- Leggere tutti e poi scegliere uno dei relativi riferimenti che esso ha al margine o talora in nota. È utile, a questo proposito, seguire sempre la parola-chiave iniziale scelta o un suo sinonimo. Non saltare di palo in frasca; le citazioni che ci portano fuori strada vanno tralasciate. Tuttavia, non va esclusa la possibilità di poter trovare un altro filone di ragionamento così da abbandonare il precedente e seguire quest’ultimo.
- Annotare i vari versetti ed eventualmente rappresentarli come una specie di collana, o di albero, o con uno schema al computer; ognuno può trovare un proprio modo di farlo. Alla fine deve risultare un complesso di versetti coerenti tra loro attorno ad una determinata tematica.
- Trascorso il tempo necessario, senza esagerazioni in nessun senso, fermarsi e calare il risultato di tutta la scrutatio nella propria vita, riflettendo su ciò che il Signore ci ha suggerito (una decisione da prendere, un atteggiamento da cambiare, una speranza da nutrire, un fatto da accettare, un criterio di vita da adottare, ecc.).
- Terminare con una preghiera, un ringraziamento, un salmo.
Dalla Verbum domini di Papa Benedetto XVI
Origene, uno dei maestri in questa lettura della Bibbia, sostiene che l’intelligenza delle Scritture richieda, più ancora che lo studio, l’intimità con Cristo e la preghiera. Egli è convinto, infatti, che la via privilegiata per conoscere Dio sia l’amore, e che non si dia un’autentica “scientia Christi” senza innamorarsi di Lui.
Vivere l’Avvento
- Fare un digiuno di abitudini superficiali per iniziare e concludere la giornata in preghiera
- Scegliere una Messa feriale a cui andare settimanalmente
- Dedicare del tempo per un servizio gratuito da fare con gioia
- Tagliare con un vizio od una malizia che mi rattrista
- Scegliere un’opera di carità verso i poveri
- Fare una bella confessione preparata da un’attenta analisi del cuore
- Riconciliarmi in profondità con una persona